BioTinkering – Bioplastica con le alghe
La più grande sfida di questo secolo è di portare avanti un’idea che sembra astratta: lo sviluppo sostenibile.
Kofi Annan
Molto spesso mi domando come si possa lavorare in un fablab o in un makerspace in maniera sostenibile, la risposta è arrivata l’anno scorso quando ho scoperto il movimento del DIY-Bio. Cos’è il DIY BIO? “è un movimento sociale in forte crescita in cui gli individui, le comunità e le piccole organizzazioni studiano la biologia usando metodi di ricerca istituzionali” (Wikipedia). Ho cercato online per diverso tempo e ho sempre desistito nel proporre questo tipo di attività perché le proposte in cui mi imbattevo utilizzavano strumentazioni particolari e richiedevano conoscenze specifiche.
Ho preso coraggio dopo aver scoperto le attività di Corinne Takara e del suo Nest Makerspace. Seguendo le sue attività ho scoperto che oltre al biohacking (Biohacking è essenzialmente la pratica di cambiare la nostra chimica e la nostra fisiologia attraverso la scienza e l’auto-sperimentazione), esistono anche il biomaking e il biotinkering. Ecco il biotinkering era proprio quello che stavo cercando per poter imparare con i miei studenti di scuola primaria.
Poco dopo è partita la prima sperimentazione in classe in cui abbiamo prodotto una bioplastica con Alginato di sodio, materiale estratto dalle pareti cellulari delle alghe brune e utilizzato in cucina come addensante e gelificante e lattato di calcio utilizzato come lievitante e correttore di acidità in pasticceria.
Qualche giorno fa ho avuto l’occasione di seguire con gli altri fellows del Fablearn un workshop di Gary Stager, seguo i suoi lavori da tempo ma non avevo mai avuto l’occasione di incontrarlo personalmente. E’ stato di grande ispirazione e ha insistito su un concetto fondamentale che di tanto in tanto mi ripeto: Make it happens! I bambini imparano anche se nessuno glielo insegna!.
Con questa frase nella testa mi sono presentata a scuola, dalle spiegazioni che avevo trovato dal sito TheTechInteractive avevo osservato come realizzare dei fili: le Algae strings ma non conoscevo nient’altro, mi trovavo nella stessa condizione dei miei alunni, in piena fase esplorativa con l’unica volontà di imparare con loro.
Per prima cosa abbiamo predisposto i materiali, utilizzato l’alginato di sodio per gelificare l’acqua distillata e aggiunto del colorante alimentare a piacere, abbiamo preparato dei piatti con il bagno di calcio e abbiamo iniziato questa “esperienza disordinata”. I risultati sono stati affascinanti, i bambini hanno iniziato a provare con forme non troppo definite, finché uno di loro non ha pensato di provare a spalmare il gel alginato+acqua in uno stampo di silicone, è stato magnifico toccare con mano come senza troppe spiegazioni e guidati solo dalla collaborazione, curiosità e creatività siano riusciti a realizzare dei fantastici lavori. (abbiamo scoperto in seguito che questa tecnica è utilizzata nella cucina molecolare per la sferificazione per creare ad esempio il bubble tea!)
Prossimi Passi: Nelle prossime sperimentazioni vorremmo: cercare di incorporare oggetti, utilizzare dei liquidi conduttivi (come il succo di limone) , creare degli stampi personalizzati da utilizzare.
Bioplastiche con le alghe by Let’s Stem